INTRODUZIONE
La memoria è la capacità di ricordare, conservare e trasmettere esperienze, eventi, conoscenze e valori del passato.
Non riguarda solo i ricordi individuali, ma anche quelli collettivi, cioè condivisi da una comunità, da un popolo o da un’intera società. L'educazione è un processo di trasmissione e acquisizione di conoscenze, valori, comportamento e abilità che si svolge in vari contesti (scuola, università) che informali (famiglia, ambiente sociale). La memoria delle donne spesso trascurata nella narrazione storica tradizionale è fondamentale per comprendere appieno il passato e costruire un futuro più giusto, per secoli le donne sono state marginalizzate le loro esperienze e contributi relegati ai margini della storia ufficiale, recuperare questa memoria significa dare voce a chi è stato silenziato riconoscendo il ruolo cruciale che le donne hanno svolto in ogni ambito della vita sociale economica e politica.
I- UN PASSATO DI ESCLUSIONE
Le donne erano considerate principalmente destinate al ruolo di moglie e madre mentre i saperi accademici erano ritenuti ''non necessari'' per loro, si credeva addirittura danneggiarne la femminilità capacità riproduttiva. Le principali università europee come Oxford, Cambridge, Bologna o Parigi erano esclusivamente maschili, anche se in rare eccezioni ( come Elena Cornaro Piscopia a Padova nel 1678), le donne venivano escluse da lauree e carriere accademiche perché ritenute inadatte, l'istruzione superiore era ancora esistenzialmente appannaggio delle élite maschili, solo nel XIX secolo cominciarono a emergere istituzioni ( Queen's College Londra, 1848 Bedford College 1849) e università aperte alle donne, ma molte rimanevano escluse fino al XX secolo. Molti ritenevano inutile formare una ragazza dato che doveva comunque ''stare in casa'', per questo i giovani mantenevano programmi minimi e finanziavano priorità maschili, solo con l'obbligo scolastico in Europa ( fine 800) l'accesso femminile si estese.
II- Le prime conquiste (fine '800-primo '900)
Nel 1859, il regno di Sardegna approvò la Legge Casati , la prima grande riforma dell'istruzione italiana, questa legge stabilì per la prima volta l'obbligatorietà della scuola elementare per tutti i bambini dai 6 ai 9 anni inclusi anche quelli di sesso femminile
Le prime universitarie italiane era :
*Ernestina Paper, prima donna a laurearsi in Medicina in Italia nel 1877 all'università di Firenze di origine Triestine, si batté per il diritto delle donne alla formazione scientifica , affrontò pregiudizi enormi molte università erano ancora chiuse alle donne.
*Maria Montessori, laureata nel 1896 tra le prime in assoluto, prima donna medico italiana a lavorare in ambito ospedaliero, divenne pedagogista rivoluzionaria, creò il Metodo Montessori, basato su la libertà, autonomia e rispetto per il bambino, sostenitrice dell'educazione delle donne come base per una società migliore.
Per secoli, alle donne è stata negata l'istruzione perché saper leggere, scrivere, pensare criticamente significativa avere potere , l'accesso all'educazione è stato ed è ancora oggi una delle chiavi principali per uscire da condizioni di subordinazione dipendenza e silenzio. Educazione è uno strumento fondamentale di emancipazione perché dà alle persone e in particolare alle donne la possibilità di conoscere scegliere e partecipare, le donne sono state escluse della cultura proprio per essere tenute in una posizione di dipendenza, imparare a ragionare e conoscere i propri diritti ha permesso a molte donne di uscire da ruoli imposti, trovare lavoro, prendere decisione e rivendicare libertà e dignità.
III- L'educazione sotto il fascismo
Sotto il regime fascista in Italia (1922-1942), il ruolo della donna come madre, moglie ed educatrice fu fortemente influenzato dalle ideologie del regime che promuovevano una visione tradizione e particolare, sotto il fascismo il ruolo della donna era rigidamente definito e limitato alla sfera domestica, la maternità, il matrimonio e l'educazione dei figli erano visti come le principali responsabilità delle donne contribuendo a perpetuare una visione patriarcale della società. L'educazione sotto questo regime fu anche caratterizzato da una divisione dei ruoli di genere con scuole differenziate per maschi e femmine, le scuole erano organizzato in base al sesso, i ruoli imposti delle donne erano la preparazione al matrimonio , educazione delle ragazze era focalizzata sulla preparazione a diventare mogli e madri, l'idea era che le donne dovessero essere in grado di gestire la casa ed educare i figli piuttosto che aspirare a carriere professionale. Quindi sotto il fascismo l'educazione era un mezzo per rinforzare i ruoli tradizionale di genere con scuole differenziate che limitavano le opportunità per le ragazze, l'accesso sulla preparazione al matrimonio.
VI- Il secondo dopoguerra e La scuola di massa
L'istruzione diventa un diritto universale, la costituzione italiana del 1948 sancisce il diritto allo studio per tutti senza distinzione di sesso, lo stato si impegna a rimuovere gli ostacoli sociali ed economici che limitano l'accesso all'istruzione poi nasce la visione della scuola come strumento di uguaglianza e cittadinanza attiva. Più a scuola e all'università a partire dagli anni '50-60' cresce progressivamente il numero di studentesse, sempre più bambine completano la scuola media, aumentano le iscrizioni femminili alle scuole superiori, le donne iniziano a entrare massicciamente nelle università, l'istruzione non è più solo un'opportunità ma diventa motore di riscatto sociale e culturale. Gli anni '60-70' i movimenti femministi e diritti allo studio. le donne rivendicano parità reale nell'accesso allo studio, al lavoro e alla vita pubblica. nascono collettivi studenteschi e gruppi femministi che denunciano il sessismo nella scuola e nella cultura, si chiedono programmi scolastici non discriminatori, nuovi modelli di ruolo, libri che rappresentino anche donne.
V- La situazione di oggi: conquiste e sfide aperte
Oggi le donne in Italia sono più istruite degli uomini secondo ISTAT e MIUR, rappresentano oltre il 59% dei laureati, le ragazze ottengono risultati scolastici migliori in media in quasi tutte le discipline e frequentano l'università più degli uomini, cresce la presenza femminile anche nei ruoli accademici e di ricerca. Le sfide sono ancora presenti, stereotipi culturali e sociali influenzano le scelte formative, le ragazze sono ancora poco presente nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), le donne guadagnano meno fanno più lavora precario e faticano a raggiugere ruoli di leadership. La maternità viene spesso vissuta come ostacolo alla carriera e mancano adeguate politiche di conciliazione. La scuola oggi è chiamata a educare alla parità, superando modelli tradizionali, attraverso l'educazione civica, la promozione delle competenze traversali e l'uso di curricoli più inclusi può contribuire a scardinare i ruoli di genere, le scuole svolgono progetti, laboratori incontri su educazione alle differenze cittadinanza attiva, parità di genere, legalità e diritti.
Conclusione
Possiamo dire che la memoria ed educazione delle donne sono strettamente interconnesse recuperare la memoria delle significa riconoscere il loro valore e loro contributo alla storia, investire nell'educazione significa dare loro gli strumenti per costruire un futuro migliore, solo attraverso un impegno collettivo e una profonda riflessione critica possiamo costruire una società davvero giusta e parità in cui le donne possano esprimere appieno il loro potenziale.
Le immagini rappresentano le donne nella situazione nel passato ed oggi:
La prima immagine sono studentesse italiane negli anni '60-'70 in aula mostrano l'aumento reale di ragazze nella scuola superiore.
La seconda immagine presenta la donne negli anni '80 come figura esclusa all'educazione scolastica e come figura ai doveri domestici.
La terza immagine sono donne laureate di massa , momento di celebrazione con giovani donne e statua o trofeo simbolici.

